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Ottobre, 19, 2016

Violenza in famiglia: ecco cosa fare

I casi di violenza domestica sono ormai sempre più in crescendo in Italia e molto spesso le vittime si trovano in notevole difficoltà in quanto non sanno cosa fare precisamente. Ovviamente col termine violenza non si intende soltanto un qualsiasi abuso fisico, ma anche psicologico o sessuale: questo tipo di fenomeno sta assumendo sempre più importanza in quanto le conseguenze per le vittime sono deleterie.

In particolare, è stato possibile notare come possa cambiare moltissimo anche dal punto di vista psicologico e sociologico per coloro i quali sono vittime di violenza in famiglia.

La prima cosa da fare per chi pensa di essere vittima di violenza domestica è quella di prendere coscienza e capire che si è di fronte ad un vero e proprio reato. Infatti la violenza in famiglia può essere riconosciuta andando ad analizzare gli atteggiamenti della persona che aggredisce: si possono così valutare non solo i gesti, ma anche le parole. Attenzione soprattutto se ci si accorge di un atteggiamento minaccioso, provocatorio o anche umiliante nei confronti di un altro membro della famiglia: tutte queste sono prove di violenza in famiglia.

Il secondo step importantissimo per chi è vittima di violenza domestica prevede la possibilità di parlare con qualcuno. Questo è fondamentale e permette di prendere il giusto coraggio per denunciare alle autorità competenti gli abusi che avvengono in famiglia. La legge d'altronde è il principale alleato delle persone che sospettano di essere vittime di abuso, motivo per cui non c'è nulla di cui aver paura o per cui essere reticenti nei confronti di questo fenomeno.

Costituiscono reato i maltrattamenti in famiglia contro fanciulli, ma anche istigazione al suicidio, omicidio, abuso sessuale, diffamazione, ingiuria, stalking, minaccia, violenza privata e molti altri casi. In particolare, è bene sottolineare che la legge prevede un regime di protezione per persone che abusano o che fanno violenza nei confronti di altri membri della famiglia quando il comportamento dello stesso vada a ledere la libertà, l'integrità morale e fisica di un'altra persona.

Il primo requisito fondamentale e che è alla base della violenza in famiglia è la convivenza: per poter parlare di reato effettivo è fondamentale che le persone vivano sotto lo stesso tetto. Ovviamente le forze dell'ordine sono chiamate a questo tipo di intervento per garantire che il nucleo familiare non risenta degli atteggiamenti violenti di una o più persone. L'autore di violenza nei confronti di un altro membro della famiglia può essere sia un genitore che un coniuge, così come figli nei confronti dei genitori.

Il reato può essere concretamente constatato non solo per quanto riguarda il protrarsi della violenza, ma anche per via del rischio per l'integrità fisica e morale della vittima. Ecco perché l'obbiettivo della legge è quello di educare e di lasciare un segno importante all'interno di una famiglia che così potrà comunque essere educata sulla base di un rispetto reciproco tra i vari membri.

Per poter avere diritto ad una misura di protezione nei confronti di una persona della famiglia, la vittima deve essere in grado di denunciare la situazione di disagio presso il Tribunale della propria città. A questo punto il Presidente del Tribunale in questione sarà chiamato a nominare un apposito Giudice che avrà il compito di seguire nel dettaglio questa situazione legale. Lo stesso Giudice sarà chiamato anche ad avviare le indagini per poter verificare l'esistenza delle condizioni basilari per avviare una misura di protezione nei confronti dell'abusante.

Durante queste indagini si potrà valutare non solo l'atteggiamento della persona, ma anche lo stato delle sue finanze, i redditi e soprattutto lo stile di vita. Il Giudice avrà così il giusto tempo per emettere il decreto che è valido a partire dal giorno dell'esecuzione dello stesso e la cui durata non può comunque superare l'anno.

Le misure di sicurezza che possono essere disposte dal Giudice sono di due tipi: con il primo egli punta sul buon senso e dunque sarà un vero e proprio ordine all'abusante di cessare nel suo atteggiamento pregiudizievole. Il secondo tipo, sicuramente quello più diffuso nella maggior parte dei casi degli ultimi anni riguarda l'allontanamento della persona che fa violenza dal nucleo familiare.

Non solo, in quanto in casi gravi il Giudice potrebbe anche ordinare di mantenere una distanza minima dalla vittima o anche di evitare luoghi da lui frequentati.